Le emozioni della madre sono coinvolte nello sviluppo delle connessioni neurali. Il bambino non eredita solo i geni della madre ma anche la sua storia.(Boris Cyrulnik)
Parliamo di emozioni, perché le emozioni dei bambini sono legate alla gioia di vivere e possono essere trasformate in emozioni negative dalla relazione con gli adulti. A volte, gli adulti sono troppo frettolosi, sono arrabbiati, tristi, inquieti in conflitto ecc. e quindi sono gli adulti che in qualche modo creano la possibilità di una trasformazione repentina da un momento di grande gioia, di grande felicità a un momento di pianto, di tristezza, di paura.
Il bambino non può crescere emozionalmente in un percorso di intelligenza emotiva finché gli adulti che ha vicino non si prendono cura di crescere nella propria intelligenza emotiva: è una sfida per tutti i genitori, una sfida ad entrare nella consapevolezza del “in che stato d’animo sono io adesso? Quale emozione sto comunicando a mio figlio?”.
Non pensate di poter fingere, perché se siete arrabbiati dentro, potete anche usare la vocina da fatina ma i vostri figli vi capiranno attraverso la comunicazione sostanziale energetica, che è quella che passa attraverso le emozioni.
L’emozione non è altro che un passaggio di sensazioni nel sangue quindi tutto il corpo comunica quell’emozione e la comunica alla persona che ha davanti.
Partiamo da: che cosa è successo a voi da bambini? quanto sono state castrate le vostre emozioni, insieme ai vostri bisogni ( non puoi far questo, non fare quello, non ti sforzare, non muoverti, non farci fare brutta figura…)? quante cose vi hanno chiesto di non fare, di non sentire (non sentire il bisogno di rotolarsi, di sporcarsi..)? Tutto questo che vi è successo nell’infanzia è la fatica, il terreno che vi tiene distanti dalle vostre buone intenzioni.
Si parte con tutte le buone intenzioni tornando dal lavoro pensando di coccolarlo, di giocare, di fare e poi lo troviamo troppo brioso, troppo curioso troppo.. e cominciamo a dire “non correre, non urlare, non fare….”
E ricominciamo noi? Hanno fermato voi e voi fermate loro? Attraverso le emozioni passa davvero la contentezza, la gioia, la felicità, la scoperta: non possiamo bloccare queste parti. Se noi siamo stati troppo repressi in queste situazioni, facilmente senza accorgercene, reprimeremo i nostri bambini perché pensiamo che educarli vuol dire farne dei soldatini buoni e silenziosi ma non è così.
Il percorso educativo passa attraversa la creatività del bambino, la curiosità, la felicità di esserci per com’è.
Ad esempio, quando l’educazione è o troppo repressiva o inesistente è la stessa cosa, perché se non guardo il mio bambino, lui non si sentirà amato; si sentirà amato poco, tanto quanto quello a cui non fanno fare nulla, entrambi non si sentono valorizzati nella loro capacità di vivere.
Questo può essere successo anche a noi, allora vediamo cosa può esserci successo: se vi sentite troppo spesso giudicati, se vi sentite spesso feriti o umiliati, rifiutati, ignorati, se sentite la paura del fallimento, se pensate di non aver potuto fare il percorso che volevate fare nella vita, nella vostra infanzia ci sono stati degli atteggiamenti genitoriali che non sono stati di accoglienza verso la vostra personalità, verso la vostra indole, verso il vostro carattere, allora se noi non saremo capaci di accettare il carattere del nostro bambino, la sua curiosità, la sua voglia di fare, la sua capacità di vivere la sua indole, anche lui più avanti avrà paura di essere giudicato, ferito, umiliato.
Quindi, in conclusione, l’assunzione del ruolo genitoriale prevede il passaggio intergenerazionale dallo status di figlio a quello di adulto, che presuppone una riedizione della propria storia genitoriale, la rielaborazione di modelli relazionali interiorizzati nel corso dello sviluppo e la costruzione di nuovi modelli di interazione e di relazione.
Il bambino, da zero a tre anni crea dal nulla la nostra stessa realtà, dispone di potenti forze biologiche e psicologiche che, attraverso i suoi sforzi, gli permettono di acquisire milioni di informazioni.
E’ fondamentale credere nel bambino, nel suo impulso naturale ad agire e conoscere.
“Il bambino è padre dell’Umanità e della Civilizzazione, è il nostro maestro anche nei riguardi della sua educazione. Il meraviglioso passo compiuto dal bambino è quello che lo conduce dal nulla a qualche cosa, ed è difficile per la nostra mente afferrare questa meraviglia.” M.Montessori