Il sonno dei neonati


La nascita di un bambino porta con sé la creazione di nuovi equilibri in famiglia, altri invece cambiano, come quello della coppia, del papà e della mamma. Sono tanti ,infatti, i fattori che entrano in gioco quando la famiglia si allarga ed uno tra quelli maggiormente riportati dai genitori è senz’altro la stanchezza che caratterizza spesso i primi anni di vita del bambino. Come mai tutta questa stanchezza?

il sonno dei neonati

AD OGNI SONNO LA SUA ETÀ

La prima cosa da sapere è che il sonno del neonato è diverso da quello dell’adulto, un neonato infatti, durante i primi mesi di vita dorme circa 15-20 ore al giorno. È quindi importante sottolineare che le ore di sonno del neonato vanno calcolate nell’arco delle 24 ore e non solo durante le ore notturne. Spesso infatti i genitori raccontano che il proprio bambino dorme poco, in realtà quest’ultimo riposa in fasce orarie diverse da quelle dei genitori. D’altra parte, durante la vita intrauterina, egli veniva cullato dalla mamma quando questa era in movimento, ossia durante il giorno.

CICLI E RISVEGLI

Un’altra differenza tra il sonno dell’adulto e quello del bambino consiste nella durata dei cicli di sonno: il sonno infatti non è continuo, ma bensì composto da cicli, che a loro volta si compongono di fasi di sonno REM e non-REM. Il ciclo di sonno di un adulto dura circa 90 minuti, così come quello di un bambino in età scolare. Durante i primi anni di vita invece un ciclo di sonno dura circa 60 minuti ed è composto per lo più di fasi REM, fondamentali per lo sviluppo del bambino.

Tra un ciclo e l’altro spesso si verificano dei risvegli di cui l’adulto non si rende conto, poiché in grado di riaddormentarsi da solo. Il neonato invece, e più in generale i bambini fino a 2-3 anni, al risveglio tra un ciclo e l’altro sperimentano spesso emozioni negative legate alla preoccupazione di non trovare una figura di riferimento accanto a sé al risveglio, questo fa sì che si agiti e pianga, in attesa di un adulto che possa consolarlo.

È importante quindi notare come questi micro-risvegli ed il conseguente bisogno di vicinanza non siano capricci, bensì una mancanza di autonomia che il bambino acquisirà naturalmente nel corso del tempo.

AD OGNI BAMBINO I SUOI TEMPI

Un’altra domanda che i genitori pongono frequentemente è “Perché gli altri bambini dormono?” ed essa racchiude spesso la paura di non essere un genitore sufficientemente adeguato a insegnare al proprio bambino a dormire. Credo sia importante sfatare un mito prima di concludere questa breve panoramica sul sonno dei neonati: non è possibile insegnare ai bambini a dormire.

I nostri bambini infatti sanno già dormire, basti pensare che lo hanno fatto per nove mesi dentro la pancia della propria mamma! 

Ciò che desideriamo, non è forse che il nostro bambino impari a dormire con gli stessi ritmi di mamma e papà? Ma, ora che sappiamo quanto il sonno del bambino sia influenzato da sviluppi cerebrali e dal superamento di paure abbandoniche, non ci sembra forse di chiedere troppo al nostro piccolo? Chiedergli di “imparare” a dormire ai nostri ritmi, non equivale forse a chiedergli di imparare a camminare a pochi mesi dalla nascita?

Per quanto sia difficile convivere con una persona che ha ritmi notevolmente diversi dai nostri, è importante comprendere che ai neonati servirà del tempo prima che possano vivere le ore di sonno così come vengono vissute da mamma e papà e che possono essere proprio questi ultimi ad adattarsi ai ritmi del loro bambino.

Quando un neonato riposa possiamo infatti far sì che quella diventi un’occasione di riposo anche per i genitori, tuttavia questo non è sempre possibile, perciò un’altra valida opzione è quella di chiedere aiuto ad altre persone, che potranno occuparsi del piccolo mentre noi recupereremo almeno una piccola parte di sonno perduto.

L’assenza di sonno è senz’altro provante per ogni neogenitore ed è importante che venga riconosciuta ed accolta la fatica di quest’ultimo. Abituarsi ai ritmi di un neonato richiede un grande dispendio di energie a cui non sempre una neomamma o un neopapà sono preparati, ma a cui possono senz’altro fare fronte se ben supportati in quella che è la grande e magnifica sfida di diventare genitori.

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