Ci siamo! E’ iniziato il conto alla rovescia, sta per arrivare Babbo Natale, grassottello, guance rosse, lunga barba bianca e un sacco pieno di doni per tutti i bambini. I bambini hanno l’abitudine di scrivere una lettera a Babbo Natale, questa è una tradizione natalizia che risale a molto tempo fa. Le lettere contengono di solito una lista dei giocattoli desiderati e la dichiarazione di essere stati buoni.
Fino a cinque anni, di solito i bambini credono incondizionatamente a Babbo Natale.
A sette sono in molti a dubitare.
A nove non ci crede quasi più nessuno.
La maggior parte degli esperti concorda sul fatto che credere a Babbo Natale, come a molte altre creature fantastiche, sia una fase normale dello sviluppo cognitivo. «In fin dei conti, quella su Babbo Natale non è una bugia vera e propria, ma una sorta di esortazione a partecipare a una storia di fantasia» sostiene Jacqueline Wooleey, psicologa all’università del Texas.
Nei primi sette anni di vita il pensiero del bambino può essere definito come magico. Questa modalità, in buona misura contrapposta a quella logica degli adulti, è caratterizzata dall’incapacità di distinguere i propri pensieri, desideri, emozioni da quelli degli altri esseri umani; inoltre, questo tipo di pensiero è permeato di animismo, attribuisce cioè sentimenti, volontà, possibilità di azione a tutti gli altri esseri del mondo, anche a quelli inanimati.
L’incontro col pensiero logico del mondo adulto permette al bambino di lasciare poco alla volta il mondo del pensiero magico. Attraverso fasi successive, questo incontro porta il bambino a rendersi conto che gli altri esseri umani sono diversi da lui e che piante e oggetti non hanno desideri e volontà proprie.
A mio parere, la storia di Babbo Natale non è una bugia, ma una favola, con un valore simbolico, anche educativo. Ai figli dobbiamo spiegare la vita, il significato e il senso dell’attesa delle aspettative e dei doni: la sincerità non è sempre comprensibile. Le favole invece creano un linguaggio adatto all’età.
Se chiamiamo bugia il mondo fantastico creato attorno a Babbo Natale, spostiamo l’asse della discussione e non va bene.
Il Natale ci rimanda inoltre alla questione del donare, ma per i bambini il significato intrinseco nel dono ricevuto da Babbo Natale è davvero interessante: è un regalo tanto desiderato, ma che viene fatto da un uomo magico che non vuole nulla in cambio, un regalo che non custodisce in sé nessun valore affettivo, come potrebbe fare il regalo di un genitore, e che quindi può essere fatto proprio in maniera libera.
Babbo Natale ci rimanda ad una condizione in cui dona le sue buone cose a tutti i bambini, che meritano quei doni senza aver fatto nulla, l’arte del donare ma soprattutto accettando ogni bambino, indipendentemente dal suo comportamento.
In realtà non li abbiamo traditi o ingannati. Abbiamo raccolto concetti difficili da comprendere, in un personaggio e in questo modo glieli abbiamo resi semplici da comprendere.
Non esiste Babbo Natale così come glielo abbiamo proposto da bambini, ma esistono tutti i concetti che lui rappresenta e che ora che i nostri bambini sono più grandi possono iniziare a comprendere.
Godetevi la magia del Natale, respirate questa magica atmosfera fiabesca e buon scarto dei regali a Tutti!!!
Per approfondire:
Bettelheim B., “Il mondo incantato. Uso, importanza e significati psicoanalitici delle fiabe“, Universale Economica Feltrinelli, 1975