“La paura del pericolo è diecimila volte più spaventosa del pericolo vero e proprio, quando si presenta di fatto davanti ai nostri occhi; e l’ansia è una tortura molto più grave da sopportare che non la sventura stessa per la quale stiamo in ansia” . (Daniel Defoe, Robinson Crusoe)
Dinanzi ad una situazione per noi ansiogena, chiediamoci: “qual è la nostra paura più profonda?” E, dall’altro lato, “qual è invece la nostra speranza in quella situazione?”.
L’ansia ha una funzione preventiva e protettiva nella misura in cui diventa un campanello d’allarme di fronte a situazioni di pericolo ma diventa disfunzionale nel momento in cui assume una connotazione immobilizzante, paralizzante. Questo accade perché non siamo abituati a riconoscere e a dare un nome alle emozioni.
Un’ansia è più difficile da gestire quando non si riesce a ricostruirne il significato, quando viene vista solo come un problema e non si è in grado di contestualizzarla, cioè di creare un legame tra fatti contingenti ed attivazione ansiosa.
Ma esiste un’ansia positiva che attiva la mente e la prepara a rispondere agli stimoli esterni.
Allora, sarebbe bene fermarsi un attimo e riflettere su come trasformare questa sensazione sgradevole in energia positiva per ottenere i risultati migliori negli obiettivi stabiliti. Trasformare l’ansia in un energia positiva, che ci aiuta e ci motiva a raggiungere proprio quella “fantasia positiva” che abbiamo appena fatto. Impariamo così a mettere ordine nella gestione delle priorità per ripartire con il piede giusto superando e non evitando gli ostacoli.
Chiunque abbia mai voluto raggiungere un obiettivo (come voler perdere dieci chili o voler correre una maratona), ha probabilmente sperimentato un forte stato ansioso e si rende conto subito che il fatto di avere il desiderio di realizzare qualcosa non è sufficiente. Il raggiungimento di tale obiettivo richiede la capacità di persistere attraverso gli ostacoli e avere la resistenza di andare avanti nonostante le difficoltà.
La volontà è il vero motore della ricchezza personale.
Non dico che sia facile, dico che è possibile.